“Sull’emergenza Covid ristagna una nebbia fitta, che i media hanno contribuito a creare, e diffondere. E certo non hanno interesse a diradare.
Le multinazionali farmaceutiche mirano a vendere medicinali, distribuire vaccini, ottenere dai governi fiumi di denaro per finanziare la ricerca.
Televisioni, radio e giornali vivono perlopiù di inserzioni pubblicitarie e, di conseguenza, tendono ad assecondare i desiderata dei loro clienti. Non risultano perciò né liberi, né obiettivi.
In particolare, mentre il coronavirus sembrava mietere migliaia di vittime, giornalisti conniventi e scienziati prezzolati veicolavano il virus di un’informazione malata, confusa, contraddittoria, diramavano foto false, gonfiavano e manipolavano dati, disseminavano quotidianamente il terrore.
Con la complicità di costoro, si è scatenato quel panico che ha prodotto tragiche e forse irreversibili ricadute sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Un uragano di paura che ha lasciato dietro a sé una scia di miseria, disperazione, umiliazioni e suicidi.”