LA LETTERA DI BERGOGLIO ALLA BANCA MONDIALE

Al Gruppo della Banca Mondiale
e al Fondo Monetario Internazionale

Sono grato del gentile invito a rivolgermi ai partecipanti agli incontri di primavera del 2021 del Gruppo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale attraverso questa lettera, che ho affidato al Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede.

Nell’anno appena trascorso, come risultato della pandemia di Covid-19, il nostro mondo è stato costretto a confrontarsi con una serie di crisi socio-economiche, ecologiche e politiche gravi e interrelate.

Il concetto di ripresa non può accontentarsi di tornare a un modello iniquo e insostenibile di vita economica e sociale, dove una esigua minoranza della popolazione del mondo possiede metà della sua ricchezza [giusto ndr].

Malgrado le nostre profonde convinzioni secondo cui tutti gli uomini e le donne sono creati uguali, molti nostri fratelli e sorelle nella famiglia umana, specialmente quelli ai margini della società, di fatto sono esclusi dal mondo finanziario.

Tuttavia, la pandemia ci ha ricordato ancora una volta che nessuno si salva da solo.

Come esperti di finanza ed economia, voi sapete bene che la fiducia, che nasce dall’interconnessione tra le persone, è la pietra d’angolo di ogni rapporto, compresi quelli finanziari.

Mentre molti Paesi stanno ora consolidando piani di ripresa individuali, persiste il bisogno urgente di un PIANO GLOBALE che possa creare nuove istituzioni o rigenerare quelle esistenti, specialmente quelle di governo globale, e aiutare a costruire una nuova rete di relazioni internazionali per favorire lo sviluppo umano integrale di tutti i popoli [Piano globale per rigenerare le istituzioni mondiali – renderle più potenti ndr]

Ciò significa necessariamente dare alle nazioni più povere e meno sviluppate una partecipazione concreta nella presa di decisioni e facilitare l’accesso al mercato internazionale. Uno spirito di solidarietà globale esige anche come minimo la riduzione significativa del peso del debito delle nazioni più povere, che è stato esacerbato dalla pandemia.

Né possiamo ignorare un altro tipo di debito: il “debito ecologico” che esiste specialmente tra il nord e il sud del mondo.

A tale riguardo, penso che l’industria finanziaria, che si distingue per la sua grande creatività, si dimostrerà capace di sviluppare meccanismi agili per calcolare questo debito ecologico, di modo che i Paesi sviluppati lo possano pagare [pagheremo per la transizione green e finanzieremo i programmi anche per i paesi poveri], non solo limitando in modo significativo il loro consumo di energia non rinnovabile o aiutando Paesi più poveri a mettere in atto politiche e programmi di sviluppo sostenibile, ma anche coprendo i costi dell’innovazione necessaria a tal fine.

È ora di riconoscere che i mercati — specialmente quelli finanziari — non si governano da soli. I mercati devono essere sorretti da leggi e regolamentazioni che assicurino che operano per il bene comune, garantendo che la finanza — invece di essere meramente speculativa o finanziare solo sé stessa — operi per gli obiettivi sociali tanto necessari nel contesto dell’attuale emergenza sanitaria globale [utilizzare i mercati finanziari per questioni sanitarie, ndr]

A tale proposito, abbiamo bisogno in particolare di una solidarietà vaccinale giustamente finanziata, poiché non possiamo permettere alla legge di mercato di avere la precedenza sulla legge dell’amore e della salute di tutti. Ribadisco qui il mio invito ai leader di governo, alle imprese e alle organizzazioni internazionali a lavorare insieme per fornire vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi [gli stati ricchi pagheranno le campagne vaccinali per gli stati poveri, ndr].

Dal Vaticano, 4 aprile 2021

Francesco

Precedente L’ESERCITO UCRAINO BOMBARDA LA PERIFERIA DI DONETSK Successivo RON DESANTIS: IL POSSIBILE EREDE DI TRUMP

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.