Ebrahim Raisi è presidente della repubblica islamica iraniana da due giorni. Due giorni fa, appena eletto il Presidente, abbiamo assistito ad un sequestro di una petrolieria e ad incidenti non ancora chiariti su altre navi nel golfo arabico.
Raisi è stato dal 2019 giudice a capo della magistratura iraniana. Di stampo molto conservatore e fedele alla repubblica islamica. Ha vinto le elezioni col 62% dei consensi.
Ieri su richiesta dell’Hezbollah, sono stati lanciati 3 razzi da fazioni palestinesi contro il territorio israeliano. Il regime di Teheran mostra semplicemente che ha il controllo della situazione.
Non esiterà a attivare tutti suoi proxy in caso di rappresaglia a seguito degli attacchi ripetuti nel golfo mettendo in pericolo il traffico marittimo di prima importanza per gli approvvigionamenti di petrolio.
Notizia di oggi:
“Israele è pronto ad attaccare l’Iran”. Lo ha affermato il Ministro della Difesa israeliano Gantz. Fanno sul serio?
Iran è una delle sedi del Deep State americano in Medio Oriente ed è uno dei Paesi coinvolti nelle frodi Presidenziali 2020 in Usa.
Israele è un Paese alleato agli Stati Uniti di Donald J. Trump.
Capiremo tra qualche tempo se l’elezione di Raisi comporterà una svolta e una definitiva pulizia del Deep State in Iran e liberazione del Paese.
Ci sono non pochi indizi che fanno capire la svolta conservatrice e patriottica dell’Iran.
Ad esempio:
“Così come nella campagna elettorale del 2017, Raisi ha specificato di non essere favorevole ad un implemento degli investimenti internazionali in Iran, ma di voler procedere nel solco di un’“economia di resistenza” (sovranismo economico), in armonia con la visione della Guida Suprema”.
Inoltre è’ l’Iran che arma Gaza. Liberi l’Iran, liberi la Palestina.
STAY TUNED
