GUALTIERI ACQUISISCE POTERE E IL PARLAMENTO PERDE ANCORA

È passato in sordina dopo la presentazione del Decreto Cig del 16 giugno scorso: nell’articolo 4 del Decreto n.52 si assegnano al Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri poteri “straordinari” sull’intero ammontare degli 80 miliardi di euro degli aumenti di deficit in emergenza varati fino ad oggi nel 2020.

È un assoluto “primum” di un atto del genere. Le critiche al Governo si fanno dunque duplici nel merito: da un lato un Decreto Rilancio da 266 articoli illeggibili che ha visto forti difficoltà per il Parlamento di porvi mano e sarà probabile la richiesta di fiducia della maggioranza.

In secondo luogo, ora Gualtieri sembra avere una delega piuttosto ampia per spostare risorse, senza dover passare da Consiglio dei ministri o dal Parlamento.

Il processo democratico sta sempre più venendo meno e questo Governo sta permettendo tutto questo (e nessun magistrato si fa sentire). Il Governo da un lato impedisce al Parlamento l’esercizio delle proprie funzioni (vedasi gli “Stati Generali” fatti a porte chiuse), dall’altro in un decreto legge sui lavoratori dipendenti, infila in maniera infima un articolo che conferisce al Ministro dell’economia pieni poteri.
I parlamentari non si sono nemmeno resi conto di averlo approvato.

L’articolo presente nel decreto Cig recita così:
«il ministro titolare è autorizzato ad apportare, con proprio decreto ministeriale, le variazioni di bilancio necessarie per rimodulare le risorse assegnate tra le diverse misure previste dai tre decreti».

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