“Nonostante gli ingenti investimenti degli ultimi anni l’azienda non è venuta fuori dal tunnel decennale di crisi economica e recessione. Chiudono la sede di Barberino di Mugello e decine di negozi in giro per l’Italia.
Il crollo di salari e domanda interna, la concorrenza a ribasso e quella intra-comunitaria, e infine la pandemia, sono avversari imbattibili. Soprattutto se affrontati senza l’aiuto – politico ed economico – dello Stato.
E così l’ennesimo storico marchio finisce all’asta, insieme a cento dipendenti che finiscono in mezzo alla strada.
Eppure alla Rifle facevano roba di ottima qualità”.
Non sarà il Recovery Fund o il Mes a salvarci da questa situazione. È il sistema economico che è sbagliato. Non saranno i soldi presi in prestito dall’Unione europea a risollevare le aziende italiane. Questo perchè le aziende vanno aiutate detassandole e proteggendole dalla concorrenza sleale dell’estero (per esempio i paesi dell’est che hanno monete più deboli e costo del lavoro più basso).
Inoltre il modello economico è sbagliato perchè non si può mantenere una disoccupazione del 15-20% e pretendere di alzare il Pil. Bisogna trovare il modo di far lavorare tutti (altro che reddito di cittadinanza).
Prendere i soldi del Recovery Fund per “la svolta green” e altre fesserie non serve a nulla. Prenderli mantenendo la stessa quantità di occupati in Italia, significherà caricare gli stessi italiani di ancora più tasse e far fallire anche loro.
Quindi accelererà il processo di distruzione, non lo rallenterà.