Il Corriere della sera ha intervistato alcuni esperti italiani per saperne di più sulla nuova variante di Sars-Cov-2.
Che cosa sappiamo della variante inglese?
“Il nuovo ceppo di Sars-Cov-2 è chiamato “VUI-202012/01”. E’ stato identificato per la prima volta a metà settembre a Londra nel Kent, contea a Sudest della capitale. In queste aree da minoritario è diventato predominante in poco più di 2 mesi.
Presenta diverse mutazioni tra cui la principale (N501Y) a livello della proteina Spike, che il virus utilizza per legarsi alle cellule umane tramite il recettore ACE2″.
Perchè molti paesi tra cui l’ Italia hanno sospeso i voli in arrivo dalla Gran Bretagna?
“Dalle
prime osservazioni sembra che la nuova variante abbia un’ aumentata
efficacia replicativa rispetto alle precedenti, ovvero sia in grado di
diffondersi con più velocità.
Questo non significa che sia più letale”.
Quali sono le varianti principali osservate dall’ inizio della Pandemia?
“La
D614G” è comparsa in Italia tra febbraio e marzo e a giugno era
presente in tutto il mondo, con una trasmissione più veloce rispetto al
virus originario di Wuhan, in Cina. Una seconda variante chiamata
“20A.EU1” è comparsa a giugno nel Nordest della Spagna e si è
rapidamente diffusa nel resto d’ Europa, contribuendo alla seconda
ondata. All’ inizio di novembre un nuovo ceppo è stato individuato in
alcuni allevamenti di visoni in Danimarca (mutazione “Y453F”):
è verosimile che l’ infezione sia stata passata agli animali dall’ uomo e dai visoni ritrasmessa agli addetti agli allevamenti con una nuova mutazione”.
Dice Massimo Galli, primario di Malattie infettive
all’ Ospedale Sacco di Milano: “Una caratteristica dei virus ad Rna è
non essere accurati nel replicare: ogni nuova copia può presentare
mutazioni che si determinano in modo casuale. Se la nuova mutazione
favorisce il virus rispetto all’ ospite, o presenta un vantaggio
competitivo sui ceppi già circolanti, può diventare dominante come
sembra stia facendo in Gran Bretagna l’ ultima che è stata segnalata.
Carlo Federico Perno, direttore dell’ Unità di Microbiologia all’ Ospedale Pediatrico Bambino Gesù parla del vaccino:
“Il virus muta di più quando replica molto. Ecco perchè la comparsa del ceppo inglese dovrebbe portare un’ accelerazione delle campagne vaccinali [per evitare che il virus muti troppo da rendere inefficaci gli attuali vaccini, ndr]. E’ possibile studiare l’ efficacia dei vaccini sulla nuova variante anche in laboratorio. Per ora non ci sono evidenze che il virus modificato sia meno sensibile al vaccino.