INCHIESTA OPEN: SOFTWARE DA 260MILA DOLLARI PER INFLUENZARE IL VOTO

Dai messaggi agli atti dell’inchiesta della Procura di Firenze, si legge sul FQ “Renzi denunciava profili fake e bufale, mentre la sua Bestia creava “account falsi” e pagava 260mila dollari per un software israeliano in grado di influenzare il voto“, emerge un incontro tra il socio e amico, Marco Carrai con una delegazione israeliana, obiettivo presentare un software informatico in grado di “monitorare e influenzare la campagna” per il referendum costituzionale.

A indicare la location è lo stesso Carrai, l’uomo che solo sei mesi prima Matteo Renzi avrebbe voluto al vertice dell’unità di Cybersecurity del suo governo. Una nomina poi saltata a causa delle polemiche. È il 30 maggio quando l’imprenditore spiega a Moscati che l’incontro “si fa, “digli che comincino a lavorare su referendum è questo che interessa”.

Molti dicono che l’ex primo ministro italiano sia implicato nel Russiagate, per tramite dell’ex Presidente americano, Barack Obama.

A quanto pare ad alcuni piace molto utilizzare dei software per influenzare il voto popolare…

John Durham, uomo di Giustizia, procuratore speciale nominato per indagare sul Russiagate, sta per scoperchiare il vaso di Pandora, mettendo sul piatto i pezzi da novanta.

Tutte queste inchieste si stanno muovendo nello stesso momento sia nel vecchio che nel nuovo continente.

Timing perfetto.

IL PIANO E’ PERFETTO.

STAY TUNED

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