IL VIA ALLE ARMI INTELLIGENTI NEI CONFLITTI BELLICI

Lo scorso settembre, su iniziativa di Washington, tredici democrazie occidentali hanno dato vita ad una AI Partnership for Defense che si occupa delle applicazioni militari dell’intelligenza artificiale (AI).

Alle prime riunioni hanno partecipato Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Giappone, Australia, Canada, Israele, Sud Corea, Danimarca, Finlandia, Estonia, Svezia e Norvegia.

Queste riunioni hanno cominciato a delineare quali “principi etici” dovranno essere introdotti per programmare questi armamenti intelligenti.

Ci pensate?
Delle armi programmate per essere etiche.
Sembra davvero un paradosso, eppure ha un senso, perché se non le programmi bene, ti si possono rivoltare contro.

Se proprio dovessi dare un suggerimento: volete veramente mettere al centro la questione morale?

Bandite le armi intelligenti dai conflitti e lasciate fare all’ uomo. E’ molto ipocrita introdurre delle armi intelligenti (quindi imprevedibili) ma poi cercare di confinarle all’ interno di principi etici.

Se sono imprevedibili, non possono essere confinate in principi, prima o poi troveranno il modo di eluderli.
Io vi ho avvisato, finirà molto male.

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