IL PARTITO DEMOCRATICO METTE MANO ALLA COSTITUZIONE

Il disegno di legge depositato dai parlamentari del Partito Democratico, propone di modificare l’ articolo 92 della costituzione, permettendo al Presidente del Consiglio (in questo caso Giuseppe Conte) di revocare il ruolo ad un Ministro della Repubblica.

Ad oggi – per fortuna – non è così: il ministro può essere sfiduciato solamente dal parlamento. Un esempio è il tentativo infruttuoso di Salvini di sfiduciare (tramite il parlamento) il ministro dell’ istruzione Azzolina (quella dei banchi con le rotelle, per intenderci).

Oltre a rendere di fatto il Premier una sorta di monarca, renderebbe i ministri totalmente subalterni a quest’ ultimo, perchè per paura di perdere l’ incarico, si sottometterebbero alle sue decisioni.

Sembra che al partito democratico le riforme costituzionali piacciono tantissimo, ogni giorno se ne esce con una nuova idiozia, per svuotare il parlamento delle sue funzioni e far decidere della sorte degli italiani a pochissime persone.

Per esempio lo strumento del Dpcm (decreto del Presidente del Consiglio), di cui l’ ultimo è il numero undici, da quando siamo in stato di emergenza, è incostituzionale per come lo stanno utilizzando, perchè non può passare dal parlamento, che non può leggerlo e modificarlo.

Il parlamento si ritrova di nanzi al fatto compiuto. Come noi la sera siamo davanti alla Tv a pendere dalle labbra del nostro Pirmo ministro, che può decidere di chiudere la nostra attività, allo stesso modo fanno i parlamentari, che sono totalmente all’ oscuro del nuovo Dpcm.

Siamo al paradosso in cui i parlamentari diventano spettatori della “democrazia”.

Il Partito democratico però non è contento, vuole ancora di più: sono settimane che lavora alacremente per modificare anche l’ articolo 64 della costituzione. Stefano Ceccanti del partito democratico ha depositato una petizione, firmata da 114 suoi colleghi, in cui chiede di avviare la riforma costituzionale per avviare il voto a distanza.

Infatti l’ articolo 64 della costituzione dice che le deliberazioni della Camera non sono valide se “non è presente” la maggioranza dei loro componenti.

Il Partito democratico vorrebbe far votare da casa i parlamentari, ottenendo la maggioranza perchè farebbe considerare “presenti” gli assenti.

Ci sono due aspetti di questa proposta:

  • il Parlamento non servirebbe più, perchè i parlamentari potrebbero tranquillamente stare tutti a casa e votare a distanza;
  • Il Parlamentare si trasformerebbe in uno spingi bottoni che esprime il “si” o il “no”.

Ma chi ha fatto educazione civica alla scuola elementare, è consapevole che il parlamento non serve solo per spingere i bottoni, ma anche per discutere (parla-mento) e per fare le leggi (potere legislativo).

Il Partito Democratico ha in mente di trasformare il parlamento in un ratificatore delle leggi del Governo (il quale a sua volta sarebbe totalmente assoggettato al Presidente del Consiglio).

A me va benissimo, ma il sistema che hanno in mente questi signori non si chiama “democrazia”. Ha sicuramente altri nomi esaltanti, ma non di certo democrazia.

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