“Abbiamo assunto come un dogma che dentro la scuola non ci sia trasmissione, ma in realtà non c’è nessuna prova a riguardo. I dati non sono stati resi pubblici, non sono stati analizzati dalla comunità scientifica. La cosa paradossale, è che in Italia abbiamo fior di matematici e fisici che sarebbero in grado di dare risposta queste domande. Risposte certe e scientifiche. E invece non li si coinvolge in questa valutazione.
La cosa giusta da fare sarebbe prendere una zona gialla, una zona arancione e una zona rossa, aprire in un distretto scolastico le scuole per due, tre settimane e vedere cosa succede. E solamente dopo, prendere decisioni. Anche perché penso che andremo avanti con le zone gialele rosse a arancioni ancora per parecchio”.