IL CONGRESSO AMERICANO CONTRO TWITTER

Jack Dorsey, CEO di Twitter, è stato chiamato dal Congresso americano in audizione virtuale a spiegare come la sua piattaforma abbia gestito l’informazione nel periodo elettorale,
L’udienza è stata trasmessa in diretta streaming sul sito web della Commissione giustizia del Senato. Sappiamo come Twitter in questo periodo stia censurando molti Tweet da lui ritenuti “sbagliati” o “non veri”. Ha cancellato persino Tweet del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Di fatto, insieme a Facebook, sta facendo politica, dicendoci cosa è Vero e cosa è falso e quali sono le persone buone e quali quelle cattive.
Qui sotto Il Senatore Repubblicano Ted Cruz, mette sotto torchio il capo di Twitter, il quale si comporta come uno scolaretto mortificato, ma non ammette di aver sbagliato:

CRUZ: Quando Twitter edita, censura e silenzia il New York Post, quarto giornale più diffuso nel paese, Twitter si comporta come un editore quando decide quali articoli i reporter hanno o non hanno il permesso di scrivere e pubblicare?
DORSEY: No, e quell’account non è stato sospeso, era in conflitto con le norme sui materiali frutto di hackeraggio.
CRUZ: Aspetti, sto leggendo parola per parola un tweet postato da Twitter che recita: “il tuo account è stato bloccato”. Lei mi sta dicendo che ciò è impreciso?
DORSEY: Quello è un blocco che può essere sbloccato una volta cancellato il tweet.
CRUZ: Capisco che Twitter abbia un potere da “Camera stellata”. La vostra risposta è sempre: “beh, dopo che ti abbiamo silenziato, possiamo sempre decidere di lasciarti parlare”. Ma state tenendo un comportamento da editori! Passiamo ad un altro argomento: Signor Dorsey, esiste la frode elettorale?
DORSEY: Non lo so con certezza.
CRUZ: Lei è un esperto in frodi elettorali?
DORSEY: No, non lo sono.
CRUZ: E allora perché proprio adesso Twitter mette avvertimenti su praticamente ogni affermazione relativa a brogli elettorali?
DORSEY: Noi semplicemente rimandiamo ad un dibattito più ampio, cosicché le persone abbiano più informazioni.
CRUZ: No, non fate questo. Voi avete il diritto di assumere una posizione politica, ma non potete far finta di non essere degli editori così da godere di benefici speciali ai sensi della Sezione 230 [immunità speciale da responsabilità di quello che fanno e pubblicano].
CRUZ: Beh, ha ragione, le segnalereste poiché adesso avete assunto una posizione politica secondo cui i brogli elettorali non esistono. È a conoscenza del fatto che solo 2 settimane fa nello stato del Texas una donna è stata accusata con 134 capi d’imputazione per frode elettorale? È a conoscenza di ciò?
DORSEY: Non ne sono a conoscenza.
CRUZ: C’era un tempo in cui i Democratici accoglievano e difendevano i principi della libertà di parola, c’era un tempo in cui i Democratici accoglievano e difendevano i principi della libertà di stampa. Al contrario, c’è una richiesta di usare ancora più potere per silenziare il dissenso e ciò costituisce un istinto totalitario che reputo essere molto pericoloso.
Signor Dorsey, vorrei dapprima concentrarmi su Twitter e chiederle per prima cosa se Twitter è un editore.
DORSEY: Se Twitter è un editore? No, non lo siamo. Noi distribuiamo informazioni.
CRUZ: E dunque cos’è un editore?
DORSEY: Un’entità che pubblica in base a linee guida e decisioni editoriali.
CRUZ: Ecco, si da il caso che la sua risposta sia contraria al testo della legge federale, in particolare alla Sezione 230, la quale definisce un fornitore di contenuti informativi su internet come qualsiasi persona o entità che è responsabile in tutto o in parte per la creazione o lo sviluppo di informazioni fornite tramite internet o qualsiasi altro servizio informatico interattivo. Lasci che le chieda: Twitter agiva come editore quando ha censurato il New York Post?
DORSEY: No, noi abbiamo regole molto chiare in merito alle condotte consentite sulla piattaforma e se c’è una violazione, pendiamo misure esecutive. Le persone scelgono di impegnarsi al rispetto di tali regole e condizioni di utilizzo.
CRUZ: Soltanto che le vostre regole vengono applicate in modo parziale e selettivo. Eppure non avete bloccato la distribuzione dell’articolo del NY Times dove si affermava di parlare della dichiarazione dei redditi del presidente Trump, nonostante una legge federale considera reato la diffusione di una dichiarazione dei redditi quando il relativo titolare non vi abbia acconsentito. Non avete bloccato affatto quella discussione, giusto?
DORSEY: La nostra normativa si focalizzava sulla diffusione di materiali frutto di hackeraggio. Nel caso del NY Times…
CRUZ: La risposta è no. Non avete usato ciò in maniera selettiva. Posso chiederle se stavate agendo in qualità di editori quando avete costretto Politico, altro organo di stampa, a cancellare i suoi tweet relativi a un argomento da voi ritenuto inaccettabile?
DORSEY: No, stavamo applicando il nostro regolamento e le nostre condizioni di utilizzo…

(In foto a sinistra il Senatore Cruz, a destra il Capo di Twitter Jack Dorsey)

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