Ugo Grassi è un giurista italiano. Accademico, con numerose pubblicazioni.
Il M5S gli ha chiesto di candidarsi per le politiche del 2018. Nel dicembre 2019, in dissidio col movimento ha dichiarato: “che mi avete chiamato a fare?”.
Dopo essersi espresso, in merito all’approvazione del MES, votando contro, lascia il M5s e aderisce alla Lega.
In questi giorni si è espresso molto duramente contro il Governo, che non permette al parlamento di lavorare (a suo dire in maniera non democratica).
Dice in un’intervista alla rivista affaritaliani:
“Il decreto che dispone la messa in servizio dell’app ‘Immuni’ indica la società che dovrà custodire i dati rinviando ad un altro testo di legge. Questo a sua volta rinvia ad un altro e questo ad un altro ancora: un folle gioco di specchi che solo per essere ricostruito richiede quasi un’ora e stiamo parlando di una minuscola porzione di tutto ciò che il governo ha prodotto”.
Quindi lamenta che i testi che arrivano in parlamento sono illeggibili volutamente per confondere i parlamentari e farli votare male.
Dà anche altri esempi:
“Guardi il decreto legge ‘rilancio’. Si compone di oltre 250 articoli, tra l’altro disseminati di norme disomogenee e alcune ripetitive.
Il tutto va studiato in tempi brevissimi al fine di proporre emendamenti (modifiche al testo) e sottolineo che fino ad ora dei nostri (della Lega) ne stanno accogliendo lo 0.5% alla faccia dello spirito di collaborazione ed unità del Paese.
Si poteva procedere diversamente, ma vedo della malizia perché il decreto poteva essere benissimo diviso in due: uno dalla Camera e l’altro dal Senato. In questo modo avremmo potuto lavorare sulla metà degli articoli a tutto vantaggio della qualità del lavoro. All’inizio credevo che tutto questo fosse conseguenza dell’emergenza. Ora inizio a pensare che c’è del metodo. Lo ritengo gravissimo. Moltiplichi questo caos per un migliaio di articoli e capirà che di fatto siamo quasi impediti nel nostro lavoro”.