TESTIMONIANZA SUI LOCKDOWN IN AUSTRALIA

Testimonianza da Melbourne, Australia
4 settembre, 2021 da Denise

“Ciao Leonardo, ecco di seguito quella che è la nostra esperienza dall’inizio di questa situazione fino ad oggi qui in Australia.

Io vivo a Melbourne, nello stato del Victoria e quello che scriverò di seguito si basa su fatti accaduti qui.

La pandemia viene annunciata il 12 Marzo 2020 con la chiusura quasi immediata dei confini internazionali. Il 30 Marzo inizia il primo lockdown, che finirà il 12 Maggio, 43 giorni dopo.

L’8 Luglio viene annunciato il secondo lockdown, il più lungo fino a d’ora, 111 giorni e solo 4 motivi validi per spostarsi da casa (in un raggio massimo di 5km). Viene creato in questo periodo anche il “ring of steel” della polizia, ovvero cerchio di ferro, che circoscrive l’area metropolitana di Melbourne e impedisce a chiunque di trapassarla per andare in area regionale (salvo per spostamenti lavorativi).

Vengono introdotte truppe di polizia privatizzata per dare man forte alla polizia locale e un coprifuoco dalle 8pm alle 5am.
La trasgressione a qualsiasi di queste regole viene punita con multe salatissime.

Il 27 Ottobre vengono annunciati zero casi e da lì a Febbraio le restrizioni vengono rilassate, ma non completamente tolte.

Da Febbraio in poi siamo passati attraverso altri 3 lockdowns di durata inferiore, che venivano annunciati dal momento in cui i casi superassero quel famoso zero, che al tempo venne gioiosamente celebrato dal primo ministro come un “donut day” …

Oggi stiamo attualmente vivendo il lockdown numero 6, partito per essere uno “snap lockdown” di soli 7 giorni e poi trasformatosi in una chiusura indefinita con la promessa di rilassare qualche restrizione solo dal momento in cui si raggiunga un 70% di prime dosi di vaccino amministrate.

La popolazione qui è stanca e disperata, ovviamente c’è sempre una percentuale di persone che ancora crede nelle promesse del governo e pensa che tutto questo sia stato messo in piedi per proteggere la salute delle persone.

La maggioranza però, vaccinata o meno, è stanca e chiede disperatamente di poter lavorare. Le ultime manifestazioni sono state le più numerose e anche le più pericolose a causa della violenza esercitata dalla polizia che ha sparato proiettili di gomma, lacrimogeni e spray al peperoncino sulla folla (bambini compresi). Gli organizzatori di queste manifestazioni e i vari attivisti che si schierano contro questo regime vengono costantemente monitorati dalla polizia sui social network e, in più occasioni, sono stati arrestati per incitamento, istigazione. Molti arresti sono avvenuti anche durante le manifestazioni stesse.

Andrews, il premier del Victoria, ha annunciato proprio l’altro giorno che, arrivati alla soglia del 70% di prime dosi amministrate, lo stato riaprirà solo per i vaccinati, mentre gli altri verranno esclusi il più possibile dalla società.

Molte aziende stanno già iniziando ad imporre la vaccinazione come requisito per i dipendenti, appoggiate dal governo locale.
Già da mesi qui è stata resa “obbligatoria” la scannerizzazione del codice QR per il rilascio dei dati personali all’entrata di qualsiasi negozio o ufficio in modo da poter rintracciare qualsiasi possibile caso positivo. Da qualche giorno sono stati messi anche nei parco giochi per bambini all’aperto, chiusi fino a pochi giorni fa con l’accusa di essere posti pericolosi per la trasmissione del virus (perché i genitori si aggregano e si abbassano la mascherina per bere il caffè – ah!)

I dati attuali, che il governo e i media nascondono ovviamente, dicono chiaramente che le morti da vaccino sommate a quelle da suicidio, dall’inizio dell’anno ad oggi sono estremamente più alte rispetto alle morti con e per Covid.

In tutto questo ricordiamo che i confini internazionali sono sempre stati chiusi, sia in entrata che in uscita. Cittadini e residenti devono richiedere un permesso per lasciare il Paese che difficilmente viene rilasciato. Il problema poi è che, una volta usciti, le difficoltà per poter rientrare sono infinite. C’è attualmente un limite settimanale sul numero di persone che possono entrare nel Paese, di conseguenza i biglietti aerei, quando si trovano, hanno prezzi esorbitanti.

Aerei di linea arrivano qui anche con solo 10/15 passeggeri a bordo, alla faccia dell’inquinamento! Inoltre all’arrivo è obbligatorio sottoporsi a 2 settimane di quarantena in hotel a carico del viaggiatore e si parla di circa $3000+ a persona.

Tutto questo per i cittadini e residenti Australiani, a tutti gli altri in possesso di visti temporanei (studenti ad esempio) non è assolutamente consentito entrare, mentre possono uscire senza alcun problema.
L’Australia è un Paese di immigrati e questa chiusura dei confini sta avendo un impatto impressionante su milioni di famiglie (la mia compresa) che da due anni a questa parte sono state separate e, peggio ancora, non hanno la più pallida idea di quando potranno riabbracciarsi di nuovo o a che prezzo.

L’Australia è, insieme alla Cina credo (non vorrei sbagliare), l’unico Paese che sta costruendo da zero strutture interamente dedicate alla quarantena per viaggiatori (e chissà chi altro). Un Paese tanto elogiato e ammirato da tutto il mondo per la sua ospitalità e per la generosità verso i propri cittadini, si sta ora rivelando quello che inizialmente era: una colonia di prigionieri”.

STAY TUNED

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