LA BATTAGLIA TRA IL COMITATO DEL 6 GENNAIO E DONALD TRUMP CONTINUA

E’ una battaglia senza esclusioni di colpi. Chi la spunterà?
Il Comitato è riuscito a far incriminare Steve Bannon per Contempt (oltraggio) of Congress e adesso ottiene la parziale vittoria tramite un altro giudice:

Martedì, il comitato dei Democratici della Camera che indaga sugli eventi del 6 gennaio ha ottenuto una vittoria davanti alla corte federale per il Distretto di Columbia. “Le conversazioni presidenziali sono presumibilmente privilegiate, ma il privilegio non è assoluto”, ha stabilito il giudice Tanya S. Chutkan. “La presunzione può essere superata da un’adeguata dimostrazione di pubblica necessità da parte del potere giudiziario o legislativo”.

La sua sentenza si basa in parte sul precedente stabilito dal caso dell’era Watergate di US v. Richard Milhous Nixon, quando la Corte Suprema ha stabilito all’unanimità che il 37° presidente non poteva mantenere privati ​​alcuni dei suoi nastri della Casa Bianca. Ci colpisce che questi casi manchino di analogia. Non era il Congresso a richiedere i nastri. Quel caso era davanti a un giudice distrettuale, l’Onorevole Massimo John Sirica, che ordinò che i nastri fossero posti sotto la custodia della Corte.

In pratica benché non sia assoluta la classificazione dei record del Presidente, non è prestabilito dalla legge che il Congresso (e men che meno un comitato partigiano) possa trafugare i Record presso la Casa Bianca di un Presidente degli Stati Uniti in vita.

Il giudice Chutkan riconosce che fin dalla presidenza di George W è stato stabilito che i presidenti possono “esercitare una discrezionalità” sulle divulgazioni al Congresso, “comunicare i documenti come consentirebbe il bene pubblico” e “rifiutare” il rilascio.

Infatti, la visione di Washington del “privilegio esecutivo” (del Governo) è nata da una faida con la Camera. Nel 1796, il Congresso gli chiese di consegnare i documenti che rivelavano i negoziati con il Regno Unito sul Trattato di Jay recentemente firmato. George Washington rifiutò la richiesta perché “la natura dei negoziati esteri richiede cautela; e il loro successo deve spesso dipendere dalla segretezza”.

I Democrats a quanto pare non vogliono i record della Casa Bianca per sicurezza nazionale ma per fini politici.

Hanno un’ultima possibilità: ricorrere alla Corte Suprema.

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